“Un poema lirico, visivo, musicale, politico, umano, esistenziale, storico, comico, struggente su cosa voleva dire il comunismo italiano e su cosa era l’Italia negli anni’50”.
Paolo Virzì
“Una ‘fetta’ di vita vera che riprende vita grazie al cinema, ben più autentica e toccante di qualsiasi immagine ricostruita”.
Paolo Mereghetti- IL CORRIERE DELLA SERA
“La storia del Sogno Sovietico che molti comunisti italiani hanno coltivato, dandogli una potenza che in certi momenti, e per certe persone, ha sfidato quella del Sogno Americano (…) Il treno va a Mosca racconta una Russia che non c’è mai stata e un’Italia che non c’è più”.
Alberto Crespi- L’UNITA’
“A politically savvy, superbly edited account of one Italian man’s shattering disillusionment with socialism at the 1957 World Festival of Youth. Documentary consumers need to board “The Train to Moscow: A Journey to Utopia,” a politically savvy, superbly edited trip back to the U.S.S.R.”
Jay Weissberg- VARIETY